Al Comune Di Licata. Ill.mo Signor Commissario ad Acta per l’adozione del Piano Regolatore Generale

 e p.c.

All’Assessore Regionale Del Territorio e Ambiente - Palermo

 

PROT. N° 2256

Agrigento, 22 aprile 1997

 

Il Collegio dei Geometri della Provincia di Agrigento, C.F. 800623 084 3, nella persona del Presidente, suo legale rappresentante, Geometra Salvatore Graceffo nato a Calamonaci il 24/03/1956 ed elettivamente domiciliato presso lo stesso Collegio sito in Agrigento nella via De Gasperi n° 5, ai sensi dell’art. 9 della Legge 1150/42, propone le seguenti osservazioni al P.R.G. pubblicato in data 23 febbraio 1997.

Premesso

A) che con delibera del 18/2/1997 n° 12 è stato adottato dal Commissario ad Acta il Piano Regolatore Generale di Licata, posto in pubblicazione il 23/02/1997;

B) che con delibera del Consiglio del Collegio n° 4 del 26/03/1997, è stata accolta la richiesta di patrocinio di un incontro dibattito avanzata dai Geometri Liberi Professionisti esercenti in Licata [che di seguito verranno nominati come «Geometri»] iscritti all’Albo di questo Collegio, da tenersi il giorno 20 aprile 1997 in Licata sul tema «Il Piano Regolatore Generale di Licata - Un progetto per il nostro futuro!»;

C) che il Consiglio del Collegio, nella stessa Seduta, ha deliberato di presentare le osservazioni al P.R.G. di che trattasi, alla luce delle risultanze emergenti dal sopraddetto incontro;

D) che dalle relazioni elaborate dal gruppo dei Geometri, che si sono avvalse anche di uno studio specifico messo a disposizione dei Geologi Liberi Professionisti esercenti a Licata, nonché da alcuni interventi di altre categorie professionali durante l’incontro, si sono evidenziati alcuni problemi di carattere generale ed altri più specifici, legati a talune soluzioni progettuali adottate dai Progettisti del P.R.G.

E) preso atto che l’intendimento dei Geometri e dei Geologi è quello di proporre alcune osservazioni e suggerimenti, finalizzati unicamente al miglioramento del P.R.G. ed a renderlo più rispondente alle emergenti realtà del territorio comunale, nonché ai fabbisogni ed alle aspettative della collettività, ravvisando, comunque

la necessità della rapida approvazione di un P.R.G. per il Comune di Licata.

Tutto Ciò Premesso

nell’interesse della categoria che il sottoscritto rappresenta e della collettività nella quale essa opera, propone le seguenti osservazioni:

1. Richiesta di zonizzazione di aree fortemente antropizzate, escluse nel P.R.G.

Si rileva che il P.R.G. ha omesso la zonizzazione delle aree localizzate, la prima tra il termine est dei frangiflutti di c.da Plaja e il lido Casale, la seconda in c.da Safarella, tra la strada Provinciale Licata-Riesi, la strada Comunale "Omo morto" e la SS. 115 e la terza nella parte nord-ovest della c.da Montesole.

Si ritiene che il loro inserimento nella perimetrazione del P.R.G. consentirebbe un miglioramento delle condizioni di vita dei numerosi abitanti di queste zone e una riqualificazione ambientale delle stesse.

2. Insediamenti residenziali a Mollarella

La previsione di edificazione prevista nella zona di Mollarella come espansione stagionale, appare eccessivamente concentrata, considerato che Licata ha una costa che inizia da Torre di Gaffe e termina a Falconara e, già allo stato attuale, costituisce meta ambita da moltissimi turisti e bagnanti provenienti da tutti i paesi dell’entroterra; sia durante il periodo estivo che in quello primaverile ed autunnale.

Si propone di distribuire adeguatamente la titolazione in tutte le aree la costa.

3. Spostamento della stazione ferroviaria e deviazione del tracciato

Considerato che l’attuale tracciato della Ferrovia Canicattì-Siracusa divide il centro abitato in due comparti e che il passaggio dei convogli ferroviari crea il blocco del traffico veicolare (sono presenti tre passaggi a livello nel tratto di circa 300 metri), si propone lo spostamento della stazione ferroviaria in c.da Piano Ginisi e la realizzazione del nuovo tratto che da piano Ginisi si collegherebbe a quello attuale, oltre il passaggio a livello attuale del 3° casello, prevedendo l’utilizzazione della attuale sede ferroviaria come strada di collegamento tra il centro urbano e l’esterno (dal c.so Umberto si potrebbe rapidamente raggiungere la variante SS. 115).

4. Zone di espansione urbana

Sono state previste tantissime zone di espansione all’interno del centro urbano, però regolamentate in modo alquanto anomalo.

È noto che il territorio più prossimo al vecchio centro urbano è stato oggetto di lottizzazioni più o meno abusive, che hanno generato piccoli lotti. Parecchi di questi non sono stati edificati per impossibilità materiale dei proprietari in alcuni casi, in attesa del P.R.G. in altri.

Lo strumento urbanistico oggi prevede l’edificazione in queste aree stabilendo le superfici minime dei lotti edificabili.

Purtroppo, le aree ove è consentita l’edificazione corrispondono con quelle zone nelle quali la frammentarietà dei lotti non consente di raggiungere le superfici minime richieste; mentre le zone nelle quali esistono lotti che rispondono ai requisiti della superficie, sono destinate a parcheggi, attrezzature sportive e pubbliche in genere. Ne consegue che i piccoli lotti sono edificabili solo teoricamente, ma inedificabili di fatto.

Si propone di reperire le aree per le attrezzature ed i servizi pubblici in altre zone, lasciando liberi quei lotti la cui estensione consente di edificare nel rispetto delle superfici minime imposte dal P.R.G.

5. Vincoli su edifici di interesse monumentale

Parecchi edifici catalogati nella relazione di piano come di interesse monumentale, sono stati nel tempo oggetto di interventi di restauro che li hanno ridotti a comunissimi edifici sui quali appare perfettamente inutile imporre vincoli artistici e monumentali.

Si ritiene indispensabile, pertanto, porre una maggiore cura nella individuazione dei quegli edifici che presentano effettivamente le caratteristiche ed i requisiti dell’interesse artistico e monumentale.

6. Edificazione dei terreni in pendio

Il vincolo riguardante tutti quei terreni che presentano una pendenza superiore al 40% tali da non poter essere più oggetto di nessun tipo di intervento, appare eccessivamente penalizzante e fortemente lesivo del diritto di proprietà del privato.

Si riterrebbe più razionale pretendere la perfetta osservanza di tutte quelle norme già vigenti e prevedere la possibilità di richiedere opportuna relazione geologica, corredata da eventuali prove stratigrafiche e/o penetrometriche per evidenziare le caratteristiche geomeccaniche del terreno al fine di adottare le soluzioni costruttive più idonee a garantire la staticità del progettato edificio. Oltre, si intende, alle prescrizioni relative alla volumetria consentita ed all’altezza degli edifici.

7. Viabilità Interna

7.1 Strada di collegamento tra il porto e la S.S. 115

Per quanto riguarda questa strada, particolarmente utile per il potenziamento del porto e indispensabile per evitare l’attraversamento dell’abitato da parte dei mezzi pesanti ivi diretti, appare evidente che per il tratto ricadente sulla strada comunale «Due Rocche» il tracciato previsto non è quello ottimale dal punto di vista della economicità. Infatti, poiché in un tratto di circa duecento metri la via Due Rocche è delimitata a monte dalla recinzione della ferrovia Licata-Gela e la larghezza diventa insufficiente, si è ipotizzato nel P.R.G. che il tracciato prima coincida con detta strada, poi, giunto in corrispondenza della strozzatura, scavalchi obliquamente la ferrovia con un viadotto lungo 200 mt. E poi prosegua a monte della ferrovia stessa costeggiandola fino ad arrivare allo svincolo per il collegamento con la S.S. 115, previsto all’altezza del passaggio a livello.

Si propone di far ricadere per intero il tracciato del tratto di strada in questione sulla via Due Rocche. Per ovviare alla sopraddetta strozzatura, è sufficiente eliminare alcuni fabbricati edificati, in dispregio del D.M. 2/04/1968, ai margini di detta via. Alle spalle di questi, costituiti dal solo piano terra, ancora quasi allo stato grezzo e di scarso valore, non esistono altre costruzioni. Riteniamo che la differenza di costi tra il viadotto previsto nel piano e la soluzione proposta sia di almeno 10 a 1.

7.2 Strada alternativa tra Poggio di Guardia e Canticaglione

Nel P.R.G. rielaborato è prevista una strada che partendo da Poggio di Guardia, alle spalle di questo, attraversa la S.S. 115 con una galleria e poi procede verso Canticaglione seguendo la costa ad una certa distanza da questa.

Pare che questa strada abbia lo scopo di ridurre gli accessi alla S.S. 115 dalle proprietà private.

Tale ipotesi, a parte la larghezza nel tratto iniziale, lunga circa m. 150 e del costo di svariati miliardi, è valida solo per le proprietà private, dove sono sorte delle ville, dopo Poggio di Guardia e a valle di queste.

Non è valida per le proprietà private a monte della statale.

Nessuna previsione è stata fatta per il tratto di statale tra il passaggio a livello e Poggio di Guardia dove a valle esistono centinaia di ville ben più numerose di quelle del tratto tra Poggio di Guardia e Canticaglione.

Nel periodo estivo il transito di veicoli e pedoni è intenso e pericoloso, specie nelle ore serali.

Per quanto sopra, si osserva che la nuova strada prevista è dispendiosa e non risolutiva.

Si propone l’allargamento della statale dal passaggio a livello a Canticaglione con la realizzazione di un marciapiedi per i pedoni e di una pista ciclabile, separati dalla carreggiata stradale e ombreggiati da due filari di alberi.

8. Accessi al mare

Si ritiene che gli accessi al mare nella fascia dei 150 mt. dalla battigia, debbano essere di larghezza tale da impedire di arrivare con le autovetture alle spiagge, con parcheggi alberati distanti da queste.

Detti accessi, inoltre, dovrebbero ricadere a cavallo dei confini delle proprietà private e non all’interno di queste, in modo da rispettare anche il diritto di proprietà.

Per questo scopo si dovrebbero utilizzare le strade esistenti per ridurre al minimo quelle di nuova realizzazione.

9. Riequilibrio ambientale del fiume Salso

Dallo studio effettuato dai Geologi liberi professionisti esercenti in Licata, emerge che:

Premesso che i disquilibri idrologici della Piana di Licata sono la sommatoria dei disquilibri esistenti anche in ambiti extracomunali ed extraprovinciali che, sull'ultimo tratto dell'asta fluviale si esplicano con maggiore incidenza se non altro per il problema dell’esondazione e per il fenomeno della maggiore sedimentazione, si ritiene che la soluzione al problema vada ricercata altrove e non solo sulla Piana di Licata. Si Ž convinti, infatti, che con un sano utilizzo e una corretta gestione del territorio, tali disquilibri sarebbero nulli o per lo meno irrilevanti.

Certamente, non si vuole disconoscere che su tale questione incidono fenomeni sociali quali: l’abbandono delle campagne, pratiche agricole che nel tempo hanno subito profonde modificazioni, interventi antropici che nel tempo si sono dimostrati inefficaci e talvolta anche dannosi ecc.

Pur tuttavia si ritiene essenziale, a nostro parere, iniziare a ricercare le cause che determinano i suddetti disquilibri ed eliminarli con interventi di contrasto che si calino perfettamente e in maniera armonica nei contesti morfologici e idrologici dei vari territori e non solo di quello licatesi.

Si tratta di regimare dal punto di vista idrologico i bacini principali e secondari del Fiume Salso, incoraggiare in tali luoghi le coperture agrarie di tipo arboreo, scoraggiare e vietare modellamenti, sbancamenti e pratiche agricole non confacenti con lo stato geomorfologico dei luoghi.

Sono interventi che tendono tutti a diminuire i deflussi, aumentare le infiltrazioni, diminuire i tempi di corrivazione, per pervenire in definitiva ai seguenti obiettivi principali: regolare le portate sulle aste torrentizie e fluviali; diminuire le erosioni; eliminare i presupposti per l'instabilitˆ di geostrutture superficiali e profonde.

Tra l'altro, limitando gli stati erosivi a valori accettabili, le sedimentazioni lungo le zone di piana e soprattutto alla foce sarebbero di minore entitˆ e non si assisterebbe all'avanzamento della linea di costa che, per i tempi di realizzazione e per l'entitˆ, sembra essere un fenomeno rilevante.

Basta pensare che detto avanzamento Ž avvenuto a memoria d'uomo. Caso questo che, se non unico, Ž perlomeno alquanto raro dal punto di vista scientifico, soprattutto, per il tempo che intercorre tra causa ed effetto: i mutamenti morfologici se non avvengono in maniera antropica hanno bisogno appunto di tempi geologici. Tra l'altro, se le sedimentazioni sul tratto terminale dell'asta fluviale, sono cospicue e, se tale fenomeno non viene verificato, controllato e quantizzato, rischia d'inficiare anche la proposta di rendere navigabile l'anzidetto tratto fluviale (come auspicato nelle relazioni di piano).

Si Ž convinti, tuttavia, che realizzare quanto indicato sopra, in maniera dettagliata e per l'intero bacino del Fiume Salso, sia alquanto difficile e forse utopistico, anche se si spera in una maggiore sensibilitˆ della Regione Sicilia.

Appare, peraltro, chiaro che non ci si pu˜ permettere ancora che le interazioni tra lo stato di degrado geologico, la realizzazione di opere idrauliche non corrette (vedi il taglio del meandro fluviale di contrada Fiume Vecchio/Camera operato nel 1931 ecc..), la scarsa attenzione all'assetto geologico dei territori, creino tuttora disquilibri, danni, esondazioni e mutamenti repentini sullo stato morfologico dei luoghi.

Considerate le superiori premesse, si ritiene, che gl'interventi previsti dalla rielaborazione del PRG per risolvere il problema esondazione, siano inopportune e si rischia di creare ulteriori forzature allo stato idro/ambientale della Piana di Licata.

1) La realizzazione dello sfioratore che collega il Fiume Salso con la localitˆ " Foce Gallina", attraversando tutta la Piana di Licata nella sua porzione centro settentrionale e sversando le relative acque tra le localitˆ di Torre Gaffe e Pisciotto, appare davvero inopportuna per il notevole impatto ambientale che ne deriva.

Realizzare lo sfioratore significherebbe creare i seguenti inconvenienti.

a) Il trasporto solido formato prevalentemente da sedimenti limosi e argillosi andrebbe a depositarsi su zone litoranee di natura essenzialmente sabbiosa, con grave danno all'equilibrio biologico dell’habitat marino.

b) Lo sfioratore, come si legge in cartografia, avrebbe una larghezza minima di 80 metri. Se a tale dimensione si aggiunge l'ingombro delle superfici degli argini che per motivi di stabilitˆ dovranno avere angoli di scarpa compatibili con le condizioni geomeccaniche dei terreni, si ha una larghezza totale d'ingombro di circa 100 metri.

c) Il suddetto sfioratore dividerebbe senza o con poche soluzione di continuitˆ aree di uguale orografia, creando all'interno delle stesse contrade comparti a se stanti e, purtroppo, sul territorio di Licata di strutture che determinano comparti autonomi e staccati l'uno dall'altro, ne esistono giˆ tanti. Vedi la stessa asta fluviale del Fiume Salso che divide in maniera netta aree urbane ed extraurbane, la tratta ferroviaria Canicatt"/Siracusa che crea una sorta di limite spesso invalicabile tra zone di uguale orografia e destinazione agricola, la statale 115, la statale 123 ed infine lo scorrimento veloce Licata Ravanusa.

Per un corretto assetto territoriale, si ritiene pi attinente, invece, proporre i seguenti interventi che potrebbero essere programmati a breve, a medio e la lungo termine.

a) Maggiore attenzione ai territori della Valle del Salso, ad iniziare da contrada Stretto/Petrulla, ampliando ulteriormente le aree a vincolo idrogeologico che, insieme ad opere di regimazione idrauliche, consentirebbero di correggere le velocitˆ dei deflussi e lo stato erosivo dei bacini idrologici secondari, ricadenti nell'ambito del Comune di Licata.

b) Responsabilizzare maggiormente la Regione Sicilia nell'avviare ed attivare progetti di regimazione idraulica e vincoli idrogeologici nei bacini della Valle del Salso, in territorio extra-comunale ed extraprovinciale.

c) Costruzione di dighe di ritenuta capaci d'imbrigliare le maggiori portate presenti in occasione di particolari eventi meteorici che l'asta terminale del Fiume Salso non riesce a smaltire, da realizzare a monte di contrada Stretto ove le orografie lo consentono.

d) Valutare la possibilitˆ di ripristinare l'antico alveo del Fiume Salso, ristabilendo in corrispondenza della piana i primitivi meandri fluviali. Si realizzerebbe, in tal modo, una delle principali caratteristiche dei fiumi in ambiente di piana alluvionale. Nella fattispecie i meandri, infatti, potrebbero servire a dissipare le maggiore energie e a contenere un maggiore volume di acqua, seppure in transito. Sembra che, tuttora, l'antico letto del Fiume e, soprattutto, in corrispondenza degli antichi meandri fluviali sia demaniale e, dunque, non si opererebbe con espropri.

La presente proposta, anche se si ritiene fattibile ed utile per equilibrare il regime idrologico, si potrebbe verificare con appropriati studi specialistici di ordine sedimentologico, idrologico e ingegneristico, coordinati tra loro per pervenire ad unico obiettivo.

2) La scelta di creare un canale diversivo per collegare il Torrente Safarello al Torrente La Manca sembra essere anch'essa poco opportuna e rischia di originare un ulteriore impatto ambientale e d'inserirsi nel contesto idro/ambientale in maniera poco congruente.

A nostro parere, il problema delle esondazioni in localitˆ Safarello, Plaia e Fondachello potrebbe essere risolto mediante accurate opere di regimazione da effettuarsi nei bacini di monte, ripristinando se necessario i profili di equilibrio dei torrenti.

Solo in questo modo Ž possibile evitare maggiori portate a valle, riportando il grado di erosione su limiti accettabili, diminuendo i trasporti solidi che spesso in virt della maggiore volumetria (ammassi calcarei di diversi mc) occludono il letto dei canali, instaurando regolari tracimazioni delle acque.

Lo stato di esondazione che periodicamente si verifica in contrada Safarello/Plaia, sulla tratta ferroviaria Canicatt"/Siracusa e la S.S. 115, derivante principalmente da una edificazione incontrollata che ha variato in taluni casi le normali linee di deflusso, potrebbe essere risolto con opportune opere di contrasto da realizzare a parte e nella loro specificitˆ.

Per quanto sopra, si chiede che venga esclusa dal piano la previsione di realizzazione dello sfioratore che collega il Fiume Salso con la localitˆ «Foce Gallina» e di valutare la possibilità di attuare i suggerimenti proposti, tendenti alla realizzazione di accurate opere di regimazione da effettuarsi nei bacini di monte, ripristinando se necessario i profili di equilibrio dei torrenti.

10. Inedificabilitˆ dei suoli in presenza di vincoli idrogeologici, in cartografia trattati in rosso

Dallo studio effettuato dai Geologi liberi professionisti esercenti in Licata, emerge che:

I geologi di Licata, ritenendo il R.D. 30/12/1923 n¡ 3267 ancora attuale e di una valenza unica per una corretta pianificazione territoriale, sono convinti della validitˆ dei vincoli idrogeologici, ritenendoli utili se non indispensabili per alcune zone.

Lo spirito del sopramenzionato R.D., nel regolamentare, orientare e adattare gl'interventi alle vocazioni morfologiche e idrologiche dei luoghi, non limita il diritto di proprietˆ.

Se i vincoli idrogeologici si definiscono, si regolamentano e si gestiscono con criterio ed equilibrio, nel risolvere i degradi geologici in situ, consentono di annullare o limitare notevolmente i degradi di valle.

Cosa, che allo stato attuale, l'Assessorato Agricoltura e Foreste, sta concretizzando in maniera lodevole, con il controllo del territorio, regolamentando i nullaosta e prescrivendo all'occorrenza limitazioni agli interventi.

I geologi di Licata, pur ritenendo corretta la classificazione del territorio nelle relative suscettivitˆ, non condividono la generalizzazione delle tipologie, specie per le zone di vincolo trattate in cartografia in rosso.

Su tali aree, considerando l'interazione tra gli elementi che determinano le suscettivitˆ dell'area (pendenza, giacitura, litologia, copertura agraria ecc.), si riscontrano ampie zone che nella loro specificitˆ locale, non rivestono caratteri di vera pericolositˆ.

Per tali aree, potrebbe essere riduttivo e penalizzante, non consentire interventi edificatori, intendendo con tale termine strutture, comunque, a servizio dell'agricoltura.

Consentire solo semplici strutture a servizio dell'agricoltura appare penalizzante per gli agricoltori che hanno voglia e possibilitˆ di crescere a livello imprenditoriale ed economico; oltretutto, non si capisce bene cosa voglia intendersi per "semplici strutture", nŽ si pu˜ disconoscere che le strutture agricole possono essere di varia natura, di varia tipologia e, dunque, di varia volumetria.

Per quanto precede, si chiede di operare scelte ben orientate, gestite e regolamentate con oculatezza ed equilibrio, tali comunque da garantire il diritto di proprietˆ e permettere eventuali miglioramenti imprenditoriali ed economici.

11. Comparti produttivi:

11.1 Comparto zootecnico

Negli elaborati del piano è delimitata, solo graficamente, una vasta zona in contrada Canticaglione con destinazione a «Stalla Sociale» ma di questa non si trova traccia nelle relazioni che accompagnano il P.R.G. adottando la soluzione indicata, andando cioè a relegare in una sola zona tutta la popolazione zootecnica, nel giro di qualche anno, a causa di malattie che gli animali potrebbero acquisire e trasmettersi, si correrebbe il rischio di fare scomparire questo settore economico, con le gravi conseguenze che ne conseguirebbero in termini economici ed occupazionali.

Si propone la previsione nel P.R.G. di diverse stalle sociali (da cinque a sei ), distribuendo l'ubicazione in diverse zone del territorio, in terreni incolti e di scarso valore agricolo e destinandoli a pascolo permanente, per esempio a Durrà, Burdi, Passarello, Cerci, Canticaglione, "Sotto apaforte".

11.2 Comparto industria artigianato e commercio

Un comparto, questo, della vita economica e sociale locale del quale non si trova cenno alcuno, relativamente alla capacità produttiva tradotta in termini economici, in nessuna delle relazioni che accompagnano il P.R.G.

Ma nella parte in cui di esso si tratta, viene evidenziata la continua emorragia in termini di sofferenza e di soppressione di unità aziendali con l'inevitabile conseguenza negativa nel versante occupazionale.

Nello studio di redazione del P.R.G. sono censite n° 653 aziende artigiane e/o manifatturiere. Il numero degli addetti nel comparto e nel terziario risulta essere 2.378.

Le zone destinate agli insediamenti produttivi in P.R.G. "ZONE D" risultano essere pari a oltre 83 ettari di terreno.

Il P.R.G., al compimento del quarto quinquennio temporale (nel 2015) prevede una crescita numerica di aziende pari a 174 unità portando complessivamente a 827 le aziende artigiane e/o industriali in attività; prevede altresì un incremento pari a 159 unità per le aziende commerciali che aggiunte a quelle oggi operanti diverranno complessivamente 1231. Ammesso che queste rosee previsioni si avverino, sarebbero ben poca cosa a fronte delle immense risorse economiche che si andrebbero a spendere per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primarie e secondarie che si renderebbero necessarie nelle varie zone del territorio ove è stata prevista l’ubicazione delle "SOTTOZONE D".

Il condizionale è d’obbligo, considerate le carenze esposte nelle relazioni e consistenti in:

a) insufficienza di requisiti tecnico-economici;

b) sfavorevoli condizioni ambientali e geografiche;

c) difficoltà nella ricerca di nuovi sbocchi e specializzazioni.

A queste considerazioni, però, nella relazione sulle conoscenze territoriali allegata al P.R.G., non seguono soluzioni adeguate al rilancio dei settori.

Si propone:

a) L'Amministrazione Comunale dovrebbe farsi carico di reperire risorse finanziarie a bassissimo costo da trasferire ai vari imprenditori che ne farebbero richiesta.

b) L’Amministrazione Comunale dovrebbe incentivare il trasferimento, con detassazione o altre agevolazioni, per quegli operatori che hanno ubicato la loro attività nel centro abitato e che, inevitabilmente, con i loro processi lavorativi e/o con il parcheggio e il transito dei mezzi dei loro fornitori e dei loro clienti arrecano disturbo alla normale vita quotidiana del centro cittadino.

c) Al fine di vivacizzare i corsi principali nelle ore pomeridiane e serali, dovrebbe incoraggiarsi l'installazione di insegne luminose delle varie unità commerciali abbassandone i costi e sottoponendone giustamente l’installazione alle regole che possano garantire il decoro e l’inserimento nel contesto urbano.

d) L’Amministrazione Comunale dovrebbe incentivare il più possibile l’investimento di quanto si trova depositato presso le Banche o presso gli uffici postali, sbloccando l'asfitticità finanziaria, rendendo dinamica la vita commerciale della città.

e) L’Amministrazione Comunale dovrebbe richiamare l'interesse degli Istituti Bancari affinché promuovano l'investimento in loco, anche parziale, dei depositi dei risparmiatori licatesi.

L'Amministrazione, facendosi carico di progettualità creerebbe un dinamismo finanziario che potrebbe aspirare al ruolo di COMUNE AUTOPOLO nel primo quinquennio temporale di realizzazione del P.R.G.

f) Scuole. Le scuole di qualificazione, oltre che di riqualificazione, professionale di qualsiasi ordine e grado consentirebbero di elevare la professionalità degli artigiani locali, dal campo della meccanica a quello agrario; da quello edile a quello alberghiero; da quello dei trasporti a quello delle video-comunicazioni etc.

Nonostante le previsioni dell’andamento demografico siano nettamente pessimistiche, sono previste nel P.R.G. tutta una serie di scuole materne ed elementari, ma nessuna scuola professionale pare abbia necessità di sorgere in questa città.

11.3 Comparto pesca e attività peschereccia

Il comparto produce il 5% del P.L.V. pari a circa 6.000 milioni annui. Occupa circa 500 addetti. Il parco mezzi è costituito da circa 140 tra motobarche e barche.

È ritenuto possibile un incremento nel complessivo contesto economico licatese attraverso:

- la programmazione e l’attuazione di progetti di ripopolamento ittico nelle coste;

- l’incentivazione di programmi di acquacoltura e maricoltura integrati, per sfruttare al meglio le grandi possibilità offerte dalle coste e sviluppare così un settore di grande attualità e prospettive economiche.

- l’incentivazione e l’agevolazione dello sviluppo, anche in questo settore, di una industria conserviera che costituisce una grande tradizione nella realtà licatese, ma che ancora è riduttivamente limitata al pesce azzurro.

Il settore, di grande potenzialità dovuto all'antica esperienza degli operatori del settore, langue nell'abbandono più assoluto forse per ragioni ataviche quali la sfiducia verso le istituzioni (il mercato ittico incompleto da circa un decennio), la scarsa remuneratività del pescato in rapporto ai costi sostenuti.

Relativamente agli impianti di acquacoltura e di marino-coltura, le localizzazioni di tali impianti non vengono evidenziati in nessuno degli elaborati grafici del P.R.G.

Si propone:

a) gli interventi di ripopolamento ittico nella costa devono essere inserite fra quelli da realizzare nel primo quinquennio di realizzazione temporale del P.R.G.

b) è indispensabile procedere alla localizzazione di impianti i acquacoltura e di marino-cultura, prevedendo tutte quelle infrastrutture necessarie al loro sviluppo.

c) è, poi, doveroso, accelerare i tempi per l’ultimazione e il completamento dei

lavori del mercato ittico.

11.4 Comparto agricoltura

Il reddito lordo derivante dalla produzione dei prodotti agricoli è spesso inferiore alle spese occorrenti per produrlo. Ciò è uno dei fattori preminenti che scoraggia l’esercizio di tale attività.

Il problema è ben individuato nella relazione del Piano che, attraverso uno studio di dati e di ricerche, ci mette nelle condizioni di rilevare il basso reddito pro-capite a fronte di 3044 aziende, su una superficie pari a 9140 ettari (poco più della metà del terreno coltivato) con un reddito lordo di circa 23 milioni per azienda.

Tutto ciò induce a ritenere che in aggiunta a quanto esposto nella relazione di Piano, trovano giusta collocazione i seguenti suggerimenti.

a) oltre alla proposta dei soli due laghetti collinari segnati nel piano, si propone di aggiungere due laghetti oltre la località Stretto: uno in prossimità della foce del torrente Fucile, l'altro nel tratto di pianura dopo il Cozzo Spogliapadrone, che tratterrebbe l'acqua del torrente Passarello;

b) ripristinare il lago Petrulla che una volta immagazzinava tutte le acque del contado;

c) realizzare un altro scolmatore nella zona oltre lo stretto, tra lo stradale ed il fiume, dall'altezza del torrente Passarello ed oltre, in modo da attuare, per la parte che riguarda il nostro territorio, un risanamento meno costoso della realizzazione del progettato sfioratore e della relativa bretella;

La spesa per il ripristino del corso del fiume e per la chiarificazione delle acque dovrebbe sostenersi comunque e ciò diminuirebbe la massa fluida, che trasporta una considerevole percentuale di corpi solidi; una buonissima percentuale di acqua che andrebbe perduta con la realizzazione del canalone si recupererebbe con la realizzazione dei laghetti, andrebbe a realizzare veramente quel concetto espresso nelle relazioni di piano e sopra riportato: «il completamento della rete di grandi bacini per la raccolta e la distribuzione delle acque».

Con l'acqua recuperata, preziosa, migliore delle acque sotterranee, si incrementerebbero le aree di terreni da sottoporre a colture intensive. Si creerebbero, allora sì, posti di lavoro, mente il canalone, che dovrebbe attraversare le migliori zone di Licata, apporterebbe un decremento occupazionale nel settore.

Potrebbe essere utile, inoltre, integrare le previsioni del piano con la realizzazione della canalizzazione per l'utilizzazione delle acque del Gibbesi, che trasformerebbe un'intera zona da coltura estensiva ad intensiva.

11.5 Comparto turismo

11.5.1 Ampliamento delle Zone cosiddette «Ap»

La titolazione di Ap (Aree Protette) limitata ai terreni ex SARP, destinata a turismo sostenibile ed eco-compatibile, risulta eccessivamente riduttiva e penalizzante per l’economia locale

Nello studio del piano si evidenzia che l’area dell’ex SARP è titolata Area Protetta [Ap1,Ap2,Ap3,Ap4] che dalla contrada Burdi si estende sino a Torre di Gaffe.

Appare, però, a nostro giudizio, molto limitata, considerata la tanto conclamata vocazione turistica della nostra città; turismo come fattore strategico e trainante dell’economia locale.

Si ritiene utile assegnare tale destinazione anche a monte della strada provinciale Riesi, nel tronco di strada consorziale che dalla strada Riesi va alla località Stretto, ove si rileva un’ampia zona (Sabuci-Agnone) di interesse archeologico, un’ampia stesura forestale (c.da Salito) e, a valle, la zona ricca di masserie (Urso) e casolari sparsi con i relativi steccati delle mandrie all’aperto (inutilizzate).

Si ritiene giusto, altresì, l’inserimento di quest’altro polo nell’entroterra, a beneficio di coloro che per loro particolari esigenze desiderano soggiornare distanti dal mare, avvalorata anche dalla esistenza di una vasta fascia contigua al fiume progettata a parco fluviale.

Si propone, pertanto, anche l’inserimento di tali area nelle zone Ap0 titolandole poi nelle relative SOTTOZONE: Ap0.1, Ap0.2, Ap0.3 e Ap0.4 con un vincolo di superficie minima di 20.000 mq., rendendo possibile ai privati di intraprendere iniziative economiche a scopo turistico, consentendo di inserire, ai fini dei volumi edificabili, quelle parti di aree sottoposte a vincoli e di proprietà degli stessi.

Si ritengono, inoltre, eccessivamente restrittive le prescrizioni contenute nell’art. 56 delle stesse Norme, con particolare riferimento alla composizione dell’équipe tecnica per la redazione dei P.P.; si propone di modificarne la composizione, snellendola nel numero e affidando il coordinamento della stessa ad un solo specialista del settore.

11.5.2 Ampliamento delle Zone cosiddette «H»

Condividendo il concetto di incremento e sviluppo dell’attività turistica nel territorio Comunale, contenuto nelle relazioni di Piano e nelle stesse ritenuto come uno dei fattori trainanti dell’economia locale, e tenuto conto che le Zone H sono state limitate al litorale della Mollarella, c.da Canticaglione e Torre di Gaffe, si propone che tale destinazione venga estesa anche all’entroterra, come Montesole (all’interno del parco delle Ville Liberty, per godere di quell’ambiente caratterizzato da preesistente architettura monumentale, storica, artistica e archeologica, nonché dell’area più fresca e meno umida tipica delle zone in semi-collina); Mintina e Monte Pizzuto per godere del potere terapeutico delle acque termali e sulfuree di queste zone, prevedendo adeguate attrezzature per la ricezione turistica.

Nell’intento di incentivare il sorgere di complessi turistici, si ritiene di dover proporre la destinazione di ZONA H anche nei pressi della sorgente Mintina (acqua comunale pregiata per le cure di malattie della pelle ed anche termale), considerato che si auspica una particolare forma di turismo non soltanto stagionale e rivolto anche alla terza età e rilevato che tutti gli insediamenti turistici sono stati previsti solo sulla costa in prossimità del mare.

11.6 Tutela delle aree di interesse archeologico

Dalle cartografie costituenti gli elaborati del P.R.G. si rileva che per tutte le aree di interesse archeologico per le quali non è stato ancora imposto il vincolo da parte delle competenti autorità, ma universalmente riconosciute come tali, non è stata prevista alcuna titolazione [Portella di Corso con insediamenti di età classica: rinvenuta Necropoli; Località Stretto e Località Landro: insediamenti dell’età del rame Serraferlicchio, Malpasso e Castelluccio; Casalicchio-Agnone: Serraferlicchio, Cultura di San Cono-Piano Notaro, Malpasso, greco arcaico, greco ellenistico, fino al medio evo; Poggio Marcato-Agnone: cinta muraria dell’abitato; Canticaglione: villaggio Castellucciano dell’età del bronzo, Serraferlicchio etc.]. Ne consegue che esse sono semplicemente previste come aree a destinazione agricola.

Al fine della salvaguardia di un patrimonio archeologico di altissimo valore e nelle more della imposizione del vincolo, si ritiene utile assegnare a queste aree una destinazione che escluda la possibilità edificatoria da parte del privato (anche se a servizio dell’agricoltura), rinviandone la definitiva destinazione e la previ

sione delle necessarie strutture a servizio delle stesse e per la loro corretta fruizione (parcheggi in terra battuta, servizi igienici etc.).

11.7 Salvaguardia dei complessi monumentali del Carmine, della Badia e di S. Francesco

Durante la presentazione del piano, in occasione della pubblicazione, è stato annunciato che il complesso del convento del Carmine verrà destinato a centro diurno per anziani.

Tale destinazione è inaccettabile, perché l’adeguamento dei servizi e degli impianti necessari per l’utilizzazione da parte degli anziani, andrebbe a sconvolgerne la distibuzione interna, snaturandone l’architettura.

Nelle relazioni di piano, pur elencandoli tra i complessi monumentali, non si trova il benché minimo accenno della loro utilizzazione o destinazione.

Al fine della salvaguardia di detti complessi [Badia o Monastero dei Benedettini: "500, San Francesco: inizi del "300 e Carmine 2ª metà del X Sec.], è necessario che venga stabilita la destinazione di ciascuno, in modo da prevedere sin da ora gli eventuali interventi necessari all’utilizzo, nel pieno rispetto del loro valore monumentale e architettonico.

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Il sottoscritto, nella qualità sopra specificata, premesse le superiori osservazioni e proposte,

I N V I T A

l’Ill.mo Signor Commissario ad Acta ad apportare nel Piano Regolatore Generale di Licata le opportune modifiche, tenendo conto delle osservazioni sopra esposte e recependo le proposte di modifica suggerite, salva ogni altra azione e con riserva di impugnazione avanti al T.A.R. competente.

Il Presidente del Collegio

Geometra Salvatore Graceffo