Il Tempio dei Dioscuri risale al IV secolo a.c.

     Castore e Polluce erano i due fratelli gemelli figli di Zeus e di Leda (regina di Sparta alla quale Zeus si era unito sottoforma di Cigno), Erano nati insieme a Elena e Clitennestra. Pertanto Polluce ed Elena erano figli di Zeus, Castore e Clitennestra erano figli di Tindaro, e per questo erano anche chiamati Tindaridi. Si raccontava che queste due coppie di gemelli nacquero ciascuna da un'uovo, che sarebbe stato fatto da Leda dopo l'unione con Zeus-cigno. Castore era mortale e si distingueva nell'arte di domare i cavalli, mentre Polluce era immortale ed era valente pugile. Parteciparono alla spedizione degli Argonauti e alla caccia del cinghiale di Calidonio, e infine contro gli Afàridi, nella lotta contro i quali, Castore fu ucciso.

Pollùce, che, solo dei due aveva sortito l'immortalità, non sapendo rassegnarsi a vivere senza l'amato fratello, pregò Zeus perché facesse anche lui partecipe della propria divina prerogativa: e Zeus concesse che i due fratelli vivessero insieme, un giorno sull'Olimpo e l'altro nell'Inferno.

  In loro onore, si facevano molti sacrifici e  furono oggetto di venerazione anche in Italia, quali protettori dei marinai, quando si scatenavano in mare le tempeste; e anche del commercio, dei viaggi e dell'ospitalità. Nell'antichità si è cercato di trovare una spiegazione della leggenda secondo la quale i due Dioscuri si alternavano la vicenda della vita e della morte, fondandosi sulla vicenda per Bui, nel segno dello Zodiaco dei Gemelli — nel quale essi sarebbero stati tramutali — quando una delle due stelle appare nel cielo, l'altra si nasconde sotto l'orizzonte. Anche la protezione che si attribuiva loro dei marinai pericolanti era legata ad un avvenimento prodigioso, secondo il quale, quando gli Argonauti levarono l'ancora dal promontorio Sigèo, si sarebbe levata una terribile burrasca, improvvisamente cessata all'apparire, nel cielo, di due fuochi sconosciuti, che si sarebbero posati sul capo dei due gemelli. Questi fuochi, più tardi, sarebbero stati chiamati i fuochi di Castore e Pollùce e la loro apparizione sarebbe stata salutata come presagio di bel tempo; se, invece, appariva uno solo di essi chiamato fuoco di Elena, si poteva esser sicuri che si sarebbe scatenata una furiosa tempesta. Quando s'implorava un vento favorevole alla navigazione, s'immolavano loro agnelli bianchi, mentre, per scongiurare la tempesta, si sacrificavano agnelli neri.

     I Dioscuri erano rappresentati sempre uniti,  sotto la forma di due bellissimi giovani, nudi come gli atleti nei giochi olimpici, appoggiati l'uno all'altro. Altre volte, invece, sono raffigurati nell'atto di reggere per le redini i loro cavalli, avvolti nella clamide, una specie di manto guerresco.  

     Erano annoverati fra gli dèi minori, ed era loro dedicato un tempio, a Sparta, dove si conservava la loro tomba; un altro ad Atene, che essi avrebbero liberata dai pirati che la infestavano; e cosi pure a Cefalonia, dove si professava loro una grande devozione; e in molte altre città della Grecia e dell'Italia.

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     Divenuto il simbolo turistico di Agrigento, gli agrigentini sono soliti chiamarlo "le tre colonne" anche se ne possiede quattro. Effettivamente una prima ricostruzione iniziata nel secolo scorso aveva portato all'innalzamento di tre colonne mentre la quarta venne rialzata più tardi. Sebbene si tratti di un piccolo tempio, è uno dei più immortalati da parte dei turisti