Convegno Nazionale sul tema 

«Il futuro delle libere professioni, degli Ordini e dei Collegi professionali in vista della riforma della legislazione in vigore»

Perugia, 28÷30 ottobre 1999

 

 

Vi ringrazio, Presidente, per avermi concesso la parola.

Sono il Geometra Vincenzo Bellavia, Segretario del Collegio di Agrigento.

Ill.mi Presidenti, Onorevoli Parlamentari, Cari Colleghi,

avrei preferito rivolgere questa mia riflessione anche agli altri Onorevoli che erano presenti questa mattina, ma purtroppo non ci hanno beneficiato della loro presenza fino a quest’ora.

    Io credo che la "sindrome europea" continui a diffondersi in forma endemica e noi geometri, unitamente alle altre categorie professionali, non abbiamo trovato un siero immunizzante che possa metterci al riparo da questa forma patologica ormai diffusa.

    Ritengo che sia indispensabile il riordino delle libere professioni [anche non trascurando la prospettiva dell’inserimento nel mercato europeo]; credo che non si possa fare a meno di ristabilire certe regole che ciascuno deve rispettare; mi rendo perfettamente conto che, in un malinteso senso di libertà individuale, non siamo più abituati a rispettare i paletti che, tutto sommato, noi stessi abbiamo voluto e fissato; ma che tutto questo debba prendere le mosse dal pretesto della nostra collocazione nell’ambito della Comunità Europea, io credo che non sia ragionevolmente accettabile e non sia un sistema adeguato di affrontare il problema.

    Ritengo che i problemi che attanagliano le categorie professionali non siano nati oggi con la costituzione dell’Europa Unita: non lo ritengo perché credo che il problema quotidiano di ognuno di noi, a qualunque categoria professionale si appartenga, non è stato e non è oggi quello di rivendicare pari dignità con il professionista di Berlino e competere con la sua competenza e professionalità; ritengo, invece, che la tragicità della condizione del libero professionista dipenda da due fattori: uno esterno che deriva dalla situazione socio-economica della nostra nazione; l’altro interno derivante dalla mancanza di chiarezza che, consentitemi, in mala fede si è voluta mantenere, sia in tema di competenze [non si è ancora nelle condizioni di capire quali sono quelle del geometra - mentre pare che le altre categorie abbiano il dono divino dell’onniscienza], sia in tema di tariffe [l’art. 25 e l’art. 37 della nostra tariffa, per esempio, prevedono compensi semplicemente ridicoli] e nel volere pervicacemente ignorare il problema della concorrenza sleale fra le diverse categorie e all’interno delle stesse.

    Non sto puntando l’indice accusatore verso nessuno. Desidero soltanto pregare gli organi istituzionali della nostra e delle altre categorie - e avrei pregato, come dicevo poco fa, anche gli Onorevoli che questa mattina e nel pomeriggio sono stati con noi - di adoperarsi affinché vengano definite, una volta per tutte, le competenze di ciascuno e le relative tariffe adeguate, queste, alle effettive prestazioni (che non hanno più niente a che vedere con quelle di dieci lustri fa).

E, quindi, Vi prego, se lo ritenete opportuno, di darci una mano, Onorevoli e Dirigenti dei nostri Organi Istituzionali, a realizzare le condizioni di pari dignità fra le diverse categorie professionali operanti nel territorio nazionale, di equità e di giustizia.

Dopo penseremo a regolare i nostri rapporti con i professionisti di Monaco, Berlino, Parigi etc. per il bene di tutte le categorie professionali in generale e della nostra in particolare.

 

Geometra Vincenzo Bellavia

Segretario del Collegio dei Geometri

della Provincia di Agrigento