Geom. Fausto Savoldi

Presidente della Cassa Geometri

Grazie per questo invito.

É piombata ad Agrigento la maggioranza del Consiglio di Amministrazione della cassa; sono arrivati da tutta Italia. È qui la maggioranza, non solo per rendere il giusto onore al Presidente Vostro - che è pure Consigliere d’Amministrazione - e per incontrare tutti i colleghi della zona, Presidenti e Consiglieri della zona e quindi rinsaldare questo legame che ci deve essere tra la cassa e gli iscritti, ma soprattutto per rendere testimonianza della gratitudine che la cassa ha nei confronti di questi colleghi che vengon premiati.

I colleghi della medaglia d’argento sono visti dalla Cassa con occhio simpatico; i colleghi della medaglia d’oro con 35 anni la cassa, naturalmente li guarda un pò più con sospetto, perché arriva il momento in cui deve cominciare a scucire.

Però è, naturalmente, non solo un dovere ma anche una gioia essere arrivati a questo punto, perché il fatto che la Cassa - che voi sapete che per adesso è in buona salute e quindi può far fronte agli impegni che ha assunto in questi anni - la cassa corrisponderà ovviamente le prestazioni che sono state promesse, ma con una speranza, la speranza che come accennava giustamente il presidente Graceffo, venga trasferito ai giovani questo bagaglio di cultura tecnica che è stata la base del nostro lavoro e quindi è stato il pilastro che regge la nostra previdenza.

Voi sapete che la nostra previdenza è basata su contribuzioni che sono proporzionali al reddito e quindi al lavoro. Questo è il vero problema.

E devo dire che se qualche preoccupazione c’è - i colleghi Presidenti e i colleghi Delegati che sono presenti numerosi lo sanno - se qualche preoccupazione c’è nel nostro sistema previdenziale, è sostanzialmente determinato dal fatto - che tutti voi conoscete - che la previdenza nostra si basa su un patto d’onore tra i giovani, le giovani generazioni e le generazioni degli anziani; questo patto consente agli anziani di percepire prestazioni perché i giovani lavorano e pagano contributi. Se viene meno questo patto generazionale, se s’incrina questo patto generazionale il sistema non può reggere. Ed è questa la fonte principale delle preoccupazioni, perché il venir meno del patto non è determinato da fatti dialettici o drammatici, è determinato dalla probabile riduzione dei colleghi che abbracceranno la nostra professione. Questa riduzione, che è temuta più ancora di situazioni economiche critiche, può essere determinata da una serie di riforme in parte già avviate, delle quali spero accennerà il collega Vice Presidente Caterini.

Noi dobbiamo fare in modo che queste riforme che vanno nel senso della modernizzazione del paese, non possano intaccare questo patto tra le nostre generazioni, tra la generazione dei giovani e la generazione degli anziani, chiamiamoli dei meno giovani, comunque, per intenderci, quelli delle medaglie d’oro.

E per poter far questo è necessario non solo che i colleghi premiati trasferiscano il loro bagaglio culturale ai giovani, ma è necessario, come dicevamo in altre riunioni di presidenti, che la nostra categoria abbia una struttura organizzativa forte autorevole, abbia una preparazione nuova, abbia una preparazione che sia all’altezza dei tempi e della tecnologia ed abbia infine una previdenza sicura. Questo è il compito che ha il Consiglio di Amministrazione di una Cassa che voi sapete ha un patrimonio di oltre 2 mila miliardi, ma che, se dovesse venir meno questo principio, sfumerebbe in pochi anni. Noi dobbiamo fare in modo che questo patto venga rispettato e, anzi si rafforzi.

Per testimoniare questo e per ringraziare i colleghi per il loro lavoro è presente oggi la maggioranza del consiglio di amministrazione che vi fa i migliori auguri. Grazie.