Saluto Del Presidente del Collegio

- Geometra Salvatore Graceffo -

    Ill.mi Ospiti, Cari Colleghi, Gentili Signore, è con grande gioia che mi accingo a porgere il saluto mio personale e del Consiglio del Collegio che rappresento, in questa giornata di festa per la nostra categoria.

    Una partecipazione così numerosa dà la misura della vitalità dei Geometri Liberi Professionisti della nostra provincia, che si riuniscono per tributare il dovuto riconoscimento a tanti colleghi che hanno dedicato una cospicua parte della propria vita allo svolgimento dell’attività libero-professionale, a favore della società e dei membri che la compongono; hanno messo a disposizione - e continuano a farlo ancora - il loro bagaglio culturale e professionale, per fare da trait d’union fra il cittadino e la pubblica amministrazione.

    I temi di questa cerimonia sono la Tradizione e il Lavoro.

    La Tradizione: il Geometra italiano trae origine dalla antica figura dell'agrimensore ma, ancor di più, affonda le sue radici in tempi abbastanza remoti e che ritroviamo unite a quelle della Geometria, intesa come una delle materie oggetto di studio dei filosofi antichi, ovvero una delle sette "Arti Liberali".

Oggi il Geometra, forte delle sue antiche origini e, quindi, della sua Tradizione, si accinge a varcare la soglia del nuovo millennio con il proprio consolidato bagaglio culturale e professionale di tecnico polivalente e con la consapevolezza di evolvere la propria fisionomia culturale e professionale in funzione delle nuove esigenze della società, avvalendosi delle nuove e sofisticate tecnologie, frutto delle conoscenze acquisite dall’uomo, dalle sue origini ai nostri giorni, e che hanno costituito le basi che hanno determinato l’inarrestabile evoluzione del progresso scientifico.

    Il Lavoro sotto un triplice aspetto:

il lavoro come unico mezzo per rendere più bello e luminoso il mondo, a condizione che ci si impegni a trasformare il territorio e l’ambiente nel rispetto della natura e attraverso la piena e corretta conoscenza dei suoi fenomeni;

il lavoro come primo dovere e massima consolazione dell’Uomo – in quanto unico mezzo a sua disposizione per cambiare le proprie sorti e determinare il proprio futuro;

il lavoro usato come strumento per la nobilitazione di sé stessi e per l’aspirazione ad una vita felice per l’Umanità.

    Il Geometra, quindi, la cui figura tecnica è capillarmente radicata nel territorio, con la ricchezza delle sue origini e con il bagaglio dalla sua Tradizione, è quanto mai attivo nel presente - svolgendo una attività di indubbio e indiscusso valore sul piano sociale - e si proietta nel futuro del nuovo millennio con una professionalità sempre più qualificata.

    Ai Colleghi che oggi ricevono il giusto e meritato riconoscimento per una vita dedicata alla professione – ma anche a tutti noi che siamo nel mezzo del cammin di nostra vita - è certamente affidato il compito di trasmettere ai giovani Colleghi della nuova generazione i valori tradizionali della nostra professione, il bagaglio di conoscenze dell’ambiente e della natura acquisite in tanti anni di attività professionale e che oggi vengono maggiormente valorizzate dalle nuove tecnologie.

    Il patrimonio di esperienze acquisite non può e non deve essere disperso, cari Colleghi anziani: la medaglia che Vi consegneremo fra qualche minuto non segnerà una meta oltre la quale non si può andare, ma simboleggerà la Maestria, la Saggezza e la Esperienza che dovrete trasmettere ai giovani professionisti di domani, per il bene della categoria e della società.

    Consentitemi di concludere con un detto giapponese, riportato in una rivista della nostra categoria:

"A Isse, un piccolo villaggio del Giappone, esiste un Tempio, in legno che viene ricostruito ogni venti anni. La ciclicità della sua ricostruzione, però, non è legata alla natura e alla durata del legno.

Ci si va a 20anni per guardare come si costruisce; a 40 per costruirlo; a 60 per insegnare ai giovani come si deve costruirlo"

    Un sentito ringraziamento, infine, va a tutti gli illustri ospiti – che per brevità non elenco - che con la loro presenza hanno voluto oggi solennizzare questa cerimonia, ma un grazie particolare – credo anche a nome di tutti i presenti – va a questi nostri Colleghi senza i quali non avremmo potuto essere qui, oggi - tutti insieme - a festeggiare la nostra categoria in generale e quella agrigentina in particolare.